
Caorle

L’acqua è il filo conduttore di questo itinerario nella provincia veneziana. Quella salata del mare che bagna diciotto chilometri di spiagge, e quella della laguna e dei fiumi, che creano habitat ricchi di biodiversità e paesaggi di una bellezza struggente, tra Caorle – con le casette colorate del centro storico, le imbarcazioni dei pescatori che dondolano sul canale e la Cattedrale con il Campanile cilindrico - e l’entroterra, che si può raggiungere in bici o in barca, percorrendo il corso del fiume Livenza. Luoghi che ispirarono Hemingway per il suo romanzo “Di là dal fiume e tra gli alberi” e che è bello scoprire prima o dopo l’alta stagione, anche attraverso i sapori della tradizione, a volte rivisitati, nei ristoranti che esaltano il pesce di mare appena pescato o le anguille; piatti accompagnati da polenta Bianco Perla, presidio Slow Food, e da vini come il Lison DOCG, ma anche da ottime agri-birre locali.

Caorle

500vini
In questa enoteca vicino al lungomare di Caorle, si beve e si chiacchiera di vini, assaggiando i cicchetti di baccalà, dentice, formaggio e cren. Nei periodi di bassa stagione l'enoteca organizza degustazioni e gite in campagna, che Christian Zulianello, il proprietario, nato in una casa con vigneto a San Stino di Livenza, conosce bene.

Casa del Gelato
Una gelateria che è un punto di riferimento per Caorle fin dal 1981. Animata dal maestro gelataio Renzo Ongaro, fondatore dell’associazione “I maestri della Gelateria Italiana”, è una piacevole sosta sul corso cittadino dove si dispongono i tavolini esterni, mentre l'ambiente interno è piacevolmente vintage. Tra i gusti speciali, il Fichissimo e il gelato al Prosecco.
Oltre al Miele-Agricoltura Marchesan
Emanuele, titolare dell'apicoltura, porta le sue arnie ad agosto nella valle di Zignago, sotto Caorle dove si trovano le barene. Sono terre che rimangono sommerse, per poi emergere quando l’acqua della laguna scende, e in quel periodo si riempiono di fiorellini, tra cui il principale è il Limonium da cui si ricavano piccole quantità di miele di barena. Oltre al miele produce altri prodotti per la bellezza e il benessere realizzati con cera d'api e prodotti naturali.
Azienda Agricola Ca’ Corniani
Il benvenuto in questa azienda agricola è dato dall'opera di Alberto Garutti, una scritta luminosa che campeggia al buio e che fa parte del progetto Ca' Corniani “Terra d'avanguardia”. Il complesso nato nel 1851 durante la bonifica di 1700 ettari di paludi, si estende attorno a una villa del ‘700 dove vennero costruite due corti, abitazioni per i lavoratori con docce, scuole, circolo ricreativo e un cinema. Oggi mantiene la vocazione agricola con 70 ettari a vitigni e una bella cantina con sala degustazioni, ma anche uno sguardo al futuro, con attività quali l’affitto di bici (con 32 km di ciclopedonali) e kayak, e la possibilità di visitare l’antica idrovora.
Cantina La Frassina
Lucia Pasti con il fratello Carlo ha raccolto l’importante eredità del nonno che nel 1939 fondò l'azienda. Oggi si dedicano alla produzione di vini da uve Tai, Merlot, Cabernet Sauvignon e Refosco dal Peduncolo Rosso, ma anche della valorizzazione di un territorio racchiuso tra valli, canali e fiumi che si ammira dalle vetrate della sala degustazioni. Prima di assaggiare i vini si può passeggiare fino alla laguna, dove gli enoturisti possono arrivare anche in barca. Tra le diverse etichette spiccano il Lison Docg (da uve Tai, l'ex Tocai), il Miglio (Merlot e Refosco dal Peduncolo Rosso) e il Ciaro del Turco, un Cabernet Sauvignon in purezza: tutti sono espressione autentica del territorio e, con la loro sapidità, della vicinanza al mare.
Birrificio Artigianale B2O
Vicina all’Oasi Naturalistica di Vallevecchia, uno dei luoghi più ricchi d'Europa per biodiversità, Brussa è una terra dove si incontrano mare, laguna e corsi d’acqua, con pinete, dune e un litorale sabbioso, amata dagli uccelli migratori, dai cicloturisti e ora anche dagli appassionati di birra. È qui, vicino a un agriturismo con camere e maneggio, che è nato il progetto dell'“agrobirrificio”. La birra, rifermentata in bottiglia, una caratteristica che permette al lievito di rimanere vivo, è prodotta con orzo Eraclea autoctono. All'interno o nella barchessa ristrutturata, affacciata sul paesaggio circostante, si assaggiano la birra rossa Brussa o la birra chiara Terra, accompagnate da cicchetti e piatti locali, dallo stinco alla birra al “birramisù”.

Panificio Pasticceria Cella
«I nostri bisatei a forma di anguilla sono fatti di pasta frolla, con il miele di acacia di un’azienda locale che tiene le sue arnie vicino alla Livenza, nelle golene del fiume. Gli occhietti invece sono di cioccolato», racconta Alessandro Cella, terza generazione di questo panificio che con questo biscotto ha voluto celebrare il territorio. E parla della campagna anche la morbida focaccia veneta, dolce pasquale che si trova tutto l’anno, a lievitazione naturale, preparato con burro e uova, ricoperto di mandorle glassate e zucchero a granelli.

Azienda Agricola Massimo Pasquon
L'azienda agricola si trova in una campagna punteggiata di case coloniche, all'incrocio tra il Livenza e il canale Brian. Produce alcune varietà di mais e frumento antiche, tra cui il presidio Slow Food Bianco Perla, una farina autoctona che dà una polenta bianca dal gusto dolce. Ma tra le pannocchie che mostra ai clienti - alcune grandi come un avambraccio, altre che stanno nel palmo di una mano - ci sono anche il Rosso San Martino, dal chicco violaceo, il Cinquantino, il Marano Bellunese e lo Sponcio. E tra i frumenti il Piave, che cresceva tra Piave e Livenza, e il Pannonikus, arrivato qui all'epoca dell’Impero austro-ungarico.
Caorle
Taverna Caorlina
La taverna aprì negli anni Sessanta in centro, nella zona degli squeri (le rimesse per le barche dei pescatori). Oggi fa parte dei Locali Storici d'Italia e perpetua da tre generazioni la cucina caorlotta e la tradizione del pesce povero. Nel menu zuppe di pescato, bigoli in salsa e baccalà mantecato rosso, con il pomodoro, alla veneziana. E da Pasqua a fine maggio, anche le moeche (i granchi nella fase della muta).
Ristorante Pic Nic
Negli anni Cinquanta e Sessanta era un locale dove si andava anche a ballare alla foce della Livenza, la bocca di porto di entrata delle barche e dei pescherecci. Con la famiglia Zeni, la mamma e i tre figli Maristella, Marcella e Mirko, diventa un ristorante di qualità, anche grazie alla cucina dello chef Fabio Olmo (il marito di Marcella), che propone una cucina locale, tutta espressa e innovativa. Da provare i ravioli con bisque di scampi, il calamaro “cacciarolo” scottato con spuma di patata e asparagi e i garusi (lumachine di mare) con pomodorini confit e germogli.
Ristorante Eden
Barbara Barbares è l’unica donna che partecipa quotidianamente all’asta del pesce a Caorle, per portare il pescato fresco della zona ai suoi clienti e mantenere vivo il sogno del padre. Fu lui che nel 1949, appena diciassettenne, aprì nell’entroterra di Caorle, con l’aiuto dei genitori, un chiosco di legno dove offriva un menu di carne e pesce alla griglia. Oggi la proposta del ristorante è più elaborata, grazie alla cucina del marito di Barbara, Riccardo Brichese, ed è diventata gourmet, con preparazioni innovative, basse temperature e sottovuoto. Ma rimane un punto fisso: il pesce di altissima qualità, insieme al sorriso di Barbara e del figlio Riccardo, in sala, ad accogliere i tanti ospiti.

Trattoria La Gassa
La trattoria si può raggiungere risalendo il Livenza anche in bicicletta o in barca, attraccando al pontile. Antonia Didoné e Umberto Zerbo si innamorarono di questo locale in mezzo alla campagna 15 anni fa e ricordano che, appena dopo l'apertura, facevano solo due caffè al giorno. Oggi invece la trattoria è conosciutissima per la sua cucina autentica e soprattutto per l’anguilla, preparata in umido, allo spiedo o con gli amoli, le prugnette selvatiche. Da provare anche le schie (gamberetti di laguna), l’ormai raro risotto con i gò (ghiozzi) e i bigoli in salsa. È il posto perfetto per un bicchiere di vino e dei cicchetti, come le sarde in saor con cipolle o il baccalà vicentino, da gustare al tramonto sotto il porticato.
Caorle
Duomo
La cattedrale di Santo Stefano spicca con il suo iconico campanile cilindrico nel centro storico. La chiesa, costruita nell'XI secolo su una precedente basilica paleocristiana, è divisa in tre navate con colonne ornate di capitelli bizantini. Nell'abside si trova la preziosa pala d'Oro composta da sei formelle quadrate in argento dorato sbalzato e cesellato, mentre nella canonica si visita il Museo della cattedrale.
Scogliera Viva
Sirene, figure zoomorfe, maschere e molti altri soggetti scolpiti da artisti internazionali decorano i massi in trachite euganea di questa scogliera nata per difendere il paese dalle mareggiate e diventata una galleria di sculture a cielo aperto. Si parte da piazza Vescovado e si procede verso il mare in direzione del Santuario della Madonna dell'Angelo.
Museo Nazionale di Archeologia del Mare
l museo ospitato nell'ex Azienda Agricola Chiggiato raccoglie reperti rinvenuti a Caorle e nei siti limitrofi, databili dall’età del Bronzo recente (XIII sec. – prima metà del XII sec. a.C.) fino all’epoca moderna. Al piano terra si rivive la storia del brick Mercurio, un vascello da guerra di età napoleonica, affondato durante la battaglia di Grado il 22 febbraio 1812.